La casa di Mats Strandberg - Recensione

“La casa”, romanzo autoconclusivo scritto da Mats Strandberg ed edito Giunti Editore segna, all'età di ventitré anni, il mio primo approccio con un nuovo genere: il paranormal. Risultato finale? Promosso!

Joel è un uomo di quarant'anni che ha avuto un'adolescenza piuttosto turbolenta. Dopo aver visto i suoi sogni musicali infrangersi per sempre ed aver perso la retta via, ecco che si trova costretto a ritornare nella sua cittadina d'origine, Skredsby, per occuparsi della madre Monika, una donna ormai non più autosufficiente poiché affetta da un'avanzata forma demenza senile.

Il tubo della doccia è un serpente che riposa sul fondo della vasca da bagno.
Sarebbe potuta cadere, cercando di lavarsi. Poteva rompersi qualcosa. Spaccarsi la testa. Avrebbe potuto chiedere aiuto... e io forse non mi sarei svegliato.

Prendersi cura di lei, però, diventerà a poco a poco sempre più sfiancante e complesso tanto che, nel momento in cui si libererà un posto a Tallskuggan, una famosa residenza protetta, Joel non potrà far altro che tirare finalmente un sospiro di sollievo.

“Il mio cuore non ha niente che non va” dice la mamma, serrando le labbra.
Vecchiaccia cocciuta. Piantala e prendi quelle dannate medicine. Non capisci che sto cercando di aiutarti?
Ma questo non lo può dire. E allora si accende una sigaretta.
Cerca di ignorare il nodo che gli stringe lo stomaco.

Combattuto e dilaniato dai sensi di colpa, l'unico aspetto che allevierà leggermente i sentimenti del protagonista sarà la presenza di Nina a Tallskuggan, una vecchia amica con cui, in passato, aveva condiviso tempo e soprattutto programmi per il futuro.

La quiete, purtroppo però, non è destinata a durare. Sin dall'inizio della permanenza di Monika alla residenza protetta, qualcosa non quadra. La donna cambia, non solo fisicamente, diventando sempre più sciupata, ma anche ed in particolar modo caratterialmente.
Col passare dei giorni si manifesteranno episodi pittoreschi e macabri al tempo stesso, violenti ed inspiegabili.

Elemento in primis particolarmente anomalo: il fatto che Monika sappia cose che non dovrebbe in alcun modo sapere. Segreti inconfessabili, eventi sepolti nella memoria di Joel, Nina e molti altri.

“Eri così smaniosa di essere amata” continua Monika con una risata cattiva. “Eri come un cagnolino che agitava la coda, quasi sbavavi quando potevi dare una mano... non avevamo ancora finito di mangiare che già lavavi i piatti...”
La sua voce si fa sempre più cavernosa.
“Eri una vera piaga” continua. “Un cuculo che cercava di entrare nel nostro nido.”
[…] “Ora so tutto, perchè ho parlato con lei. Proprio qui.”

Capitolo dopo capitolo sarà sempre più lampante la presenza di un “essere” che prenderà possesso della donna muovendola e manovrandola a proprio piacimento come se fosse una bambola di pezza nelle mani di uno spietato burattinaio.

Come reagiranno Nina e Joel a tutto ciò? Cosa ne sarà di Monika? E se anche gli altri pazienti di Tallskuggan rimanessero coinvolti? Di chi e di cosa ci si può davvero fidare?

“La casa” di Mats Strandberg è un romanzo crudo, schietto e spietato che mi ha letteralmente stregata. Dopo i primi capitoli, che mi hanno lasciata leggermente perplessa, non sono più riuscita a staccarmi dalle pagine. Il ritmo è incalzante, coinvolgente e dinamico. L'espediente dei tre punti di vista rende la storia ancora più completa e permette al lettore di avere una visione globale della vicenda oltre ad entrare ancora di più in sintonia e nei panni dei personaggi principali.

Personalmente non sapevo proprio cosa aspettarmi da questo romanzo. Procedendo con la lettura ho fatto diverse ipotesi, ma nessuna di questa è risultata essere quella corretta.
Creare un crescendo di pathos e mistero – fino all'ultima pagina – non è cosa da tutti!

Il finale chiude solo parzialmente il cerchio, ma onestamente sono soddisfatta!
Come primo approccio non posso che ritenermi fortunata... credo proprio che proverò a cimentarmi ancora in questo genere!