Fracture di Barbara Bolzan - Recensione

Buongiorno lettori, oggi vi parlo con grandissimo piacere di uno dei più bei distopici che abbia mai letto sino ad ora. Sto parlando di “Fracture” di Barbara Bolzan, edito Delrai Edizioni, primo volume dei quattro che compongono la Rya Series.

La protagonista di questo romanzo è Rya, una ragazza che all'inizio della vicenda si trova sulla sponda di un fiume in pericolo di vita. Il suo corpo è costellato di graffi e contusioni ed i suoi abiti intrisi di sangue. In balia alla confusione e alla stanchezza fisica e mentale, Rya viene individuata e portata in salvo da Nemi prima che le acque del canale la travolgano.

All’inizio di tutto, c’è un uomo. C’è sempre un uomo.
Nemi si faceva largo tra gli arbusti, procedendo sul terreno sconnesso e limaccioso. L’acquazzone lo costringeva ad avanzare a testa china, col vento che gli sferzava il volto e rendeva le gocce di pioggia pungenti come spine.
Nonostante tutto, le sue labbra accennavano a tratti un sorriso.
Tornava a casa.
La ragazza lo seguiva inerme, lasciandosi guidare.

Nemi è il protagonista maschile della storia, è un ribelle ed è il capo villaggio di Mejixana, luogo in cui gli abitanti vivono in maniera libera, molto essenziale e spartana.
Mejixana è localizzata all'interno di una foresta, a cavallo tra due regni ed è spesso meta di qualche viandante in cerca di un momento di tranquillità e di stacco dalla realtà opprimente.

Qui nessuno fa troppe domande, gli abitanti sono cortesi, vivono grazie a ciò che ricavano dalla loro terra e dal loro lavoro, non ci sono regole ferree se non quella tacita di fidarsi ciecamente di Nemi, l'uomo da tutti ritenuto il punto di riferimento, la stella polare.

Il protagonista è una figura imponente, con penetranti e accusatori occhi chiari e lunghi capelli scuri tenuti costantemente legati in una coda bassa da un nastrino rosso. Nel momento in cui trova Rya non può fare altro che soccorrerla e portarla con sé, eppure qualcosa in lei non lo convince.
Rimane di conseguenza diffidente ed a stento la degna di uno sguardo se non per studiarla silenziosamente o per metterla in soggezione, nella speranza che i suoi occhi e il suo linguaggio provocatorio possano fargli ricavare qualche informazione utile sul suo conto.

Era difficile guardarlo in faccia, mi incuteva soggezione. Pur essendo chiaramente un pezzente come tutti gli altri, emanava autorità e forza.

A differenza di Nemi, molto cortesi e premurosi nei confronti di Rya saranno Marita, l'anziana del villaggio, che la accoglierà e si prenderà cura di lei come una nipote e Isan, il medico di Mejixana, che non sarà per nulla indifferente al fascino fanciullesco ed innocente della ragazza.

Isan è una sorta di gigante buono e credulone. Lui e Nemi, legati da una profonda amicizia, sono un po' come i due lati della medaglia: se il protagonista è freddo ed autoritario, Isan è pacato e dolce.
Proprio questi aspetti del suo carattere però faranno sì che Isan venga completamente soggiogato dalla figura di Rya, la quale all'inizio reciterà la parte della serva per non essere indiscreta e passare il più possibile inosservata.

«Come ti è sembrata?» stava domandando il medico.
«Non lo so. Ha qualcosa che non mi piace.»
[…] «Sì, ma... come ti è sembrata?»
«Abbastanza innocente.»
Non so perché, ma la risposta di Nemi mi fece ridere.

In realtà, in principio, tutto ciò che uscirà dalla voce della protagonista non saranno altro che menzogne. Un cumulo sempre maggiore di bugie che non serviranno ad altro se non ad ergere una barriera protettiva, uno scudo dietro al quale potersi proteggere per non far trapelare l'enorme segreto che Rya nasconde e che, non solo potrebbe mettere a repentaglio la sua vita, ma anche quella di tutto il villaggio.

Da questi presupposti avrà inizio la storia che porterà i protagonisti non solo a conoscersi, ma anche a compiere lunghi viaggi alla ricerca della libertà e della salvezza.

In verità i due protagonisti proveranno a scoprire qualcosa l'uno dell'altro senza riuscirci mai completamente. Per Nemi tentare di capire qualcosa in più sulla precedente vita di Rya sarà un po' come osservare da lontano un lago d'acqua limpida: nonostante dall'esterno appaia cristallino e tremendamente calmo, sul fondale le correnti si infuriano silenziosamente rendendo ad un occhio attento la visione più torbida e confusa.

Anche per la protagonista la figura di Nemi non riuscirà mai ad essere completamente chiara. Nonostante Rya si impegni con tutta sé stessa affinando il suo intuito e cercando informazioni in giro, mancherà sempre una parte troppo ampia di tasselli per poter completare il puzzle.

Sebbene i due protagonisti abbiano apparentemente poco in comune, una cosa li lega: il vincolo nei confronti dei loro legami familiari.

Rya stima profondamente la sorella maggiore Alsisia, donna che per lei ha ricoperto anche il ruolo di madre e di amica, avendo perso i genitori quando era piccola.

La protagonista è stata costantemente la sua proiezione; sin da quando era una bambina l’ha sempre ammirata in maniera quasi morbosa e tutto ciò ha fatto sì che Rya perdesse la sua individualità e personalità in funzione della sorella, diventando così nient'altro che la sua ombra. Eclissata da Alsisia, una giovane donna impeccabile nei modi e perfetta esteticamente, Rya non ha mai provato invidia o rancore, solo amore.

Crescendo con questo tipo di impostazione però è diventata una donna senza volto. La sorella maggiore, infatti, si è sempre presa cura di lei, le ha sempre detto cosa fare e come farlo, ha sempre risposto per lei... ed ora che Rya è sola con sé stessa, non ha perso solo una parte importante del suo cuore, si è anche resa conto di quanto, senza la figura di Alsisia al proprio fianco, sia fragile e in difficoltà.

Ma il pensiero di Alsisia mi riempì nuovamente gli occhi di lacrime.
Mia sorella. La mia meravigliosa sorella. Era perfetta in tutto. Chiunque la incontrasse, se ne lasciava conquistare. Ispirava fiducia e c’era ben poco che non sapesse fare meglio di chiunque altro.

Mentre questo aspetto della vita di Rya viene descritto ed approfondito maggiormente, quello di Nemi viene appena accennato. L'autrice con grande maestria stuzzica la curiosità del lettore lasciando intendere dissapori tra il protagonista e il fratellastro Alher senza però indagare più in profondità.
A prescindere dalle dinamiche che sono ancora relativamente oscure, Nemi nutre un forte legame nei confronti del fratellastro, connessione che purtroppo però è univoca, non ricambiata.
Vicino al fratello maggiore il protagonista cambia completamente, si annulla, diventa come un bimbo che ha paura di perdere la strada e che si aggrappa con tutte le sue forze alla gamba del papà per evitare che ciò accada. Nonostante pronunci spesso parole di astio nei confronti di Alher non compie mai nulla che possa realmente nuocerlo.

Ma Rya non è la sola a nascondere qualcosa... Anche Nemi non è mai stato del tutto sincero con lei.
Cosa e quanto avrà omesso del suo passato?

Questo romanzo mi ha davvero conquistata: è qualcosa di unico, magico e tremendamente coinvolgente. Lo stile è impeccabile, così fluido e misterioso che il lettore non può fare altro che proseguire, pagina dopo pagina, senza stancarsi mai.
La storia in sé è davvero originale ed appassionante. Rya e Nemi sono due figure chiare ma allo stesso tempo enigmatiche, che mostrano un lato del proprio carattere ma ne nascondono altri cento.

Nemi è il nero: scuro, forte, profondo e magnetico, mentre Rya è il rosso in tutte le sue sfumature... una rosa incantevole da guardare ma che se sfiori ti ferisce con le sue spine.

Questo romanzo è un viaggio al di là di sé stessi, al di là delle proprie convinzioni, al di là delle proprie certezze.

Un ultimo complimento devo farlo alla casa editrice, la Delrai Edizioni, non solo per avermi permesso di leggere questo capolavoro ma anche per aver curato con tanta passione l'esterno e l'interno del romanzo dotato addirittura, nelle ultime pagine, delle illustrazioni dei personaggi principali.

Non posso quindi fare altro se non consigliarvelo con tutto il cuore e correre a leggere al più presto il seguito!

«Sogni. Nient’altro che sogni e speranze» commentò, parlando a se stesso.
[...]
«Sopravvivrà!»