Piranesi di Susanna Clarke - Recensione

Piranesi, romanzo autoconclusivo scritto da Susanna Clarke ed edito Fazi Editore, è un fantasy dai tratti mistery che mi ha sorpreso positivamente in particolar modo per la sua originalità.

Piranesi è come un meraviglioso sogno indimenticabile che finisce, purtroppo però, troppo in fretta.

Sin dalle prime pagine il lettore viene catapultato in un mondo labirintico che Piranesi, il protagonista, chiama Casa. La Casa non è una semplice abitazione, bensì un mondo intero che viene costantemente venerato ed esplorato dal protagonista.

La casa è preziosa perché è la casa. È abbastanza in sé e per sé. Non è il mezzo per un fine.

Nella Casa ci sono corridoi abbandonati, vestiboli, migliaia di statue di marmo ed imponenti scalinate in rovina che portano ai nuvolosi piani superiori o ai sommersi saloni inferiori.

“Qui puoi vedere solo la rappresentazione di un fiume o di una montagna, ma nel nostro mondo - l'altro mondo - puoi vedere il fiume reale e la montagna reale."

Questo mi ha infastidito. "Non vedo perché dici che posso solo vedere una rappresentazione in questo mondo", dissi con una certa nitidezza. 'La parola "solo" suggerisce una relazione di inferiorità. Fai sembrare che la statua fosse in qualche modo inferiore alla cosa stessa. Non vedo affatto che sia così. Direi che la Statua è superiore alla cosa stessa, essendo la Statua perfetta, eterna e non soggetta a decadimento.”

Piranesi non è l’unico inquilino, insieme a lui vive l’Altro, l’unica altra persona all'interno del labirinto.

La vita del protagonista cambia drasticamente nel momento in cui, improvvisamente, appaiono nella Casa dei messaggi misteriosi. Chi sta cercando di mettersi in contatto con Piranesi?

Piranesi è un personaggio insolito che mi ha conquistato con il tempo. È un uomo buono, ingenuo e fiducioso, a volte anche troppo. Un essere pacifico dall’animo puro come un bambino che non è stato contaminato dalla civiltà umana.

Ha detto: 'Adoro la quiete qui. Nessuno!' Ha detto l'ultima parte come se fosse il più grande vantaggio di tutti. "Non ti piacciono le persone nelle tue sale?" Chiesi, perplesso. "Mi piacciono", ha detto, senza grande entusiasmo. «Per lo più mi piacciono. Alcuni di quelli. Non li capisco sempre. Non sempre mi capiscono."

Il protagonista è un uomo che si è perso, che ha dimenticato, che è stato ferito, ma che è rimasto sempre fedele a sé stesso, ed è questo ciò che più ho amato di lui. Cresce tantissimo nel corso della storia ma non cambia mai nelle cose veramente importanti!

Piranesi ha una forte antipatia per il denaro. Piranesi vorrebbe dire: ma ho bisogno della cosa che hai, quindi perché non me la dai e basta? E poi quando avrò qualcosa di cui hai bisogno, te lo darò.

Per quanto, invece, riguarda i personaggi secondari ho amato sia l’Altro, che il Profeta, due personaggi grigi, estremamente affascinanti, amorali, malvagi ed egoisti, ma che riescono perfettamente a incuriosire il lettore.

Poi c’è Sedici, il mio preferito della storia, colui che pur apparendo poco mi ha sinceramente scaldato il cuore e fatto commuovere.

«Non è sempre un mondo piacevole, l'altro mondo. C'è molta tristezza. Fece una pausa. "Molta tristezza," disse di nuovo. "Non è come qui." Sospirò. 'Ho bisogno che tu capisca qualcosa. Che tu torni con me o no, dipende da te. Non voglio ingannarti. Devi venire solo se vuoi.”

"E se resto qui, torni a trovarmi?" Ho detto. "Certo," disse.

Ho davvero apprezzato sia la caratterizzazione dei personaggi che la struttura del world building, ma è lo stile narrativo all'apparenza semplice, ma in realtà elaborato, ciò che mi ha maggiormente affascinato.

La conoscenza che cerchiamo non è qualcosa di nuovo. È vecchio. Davvero vecchio. Un tempo le persone lo possedevano e lo usavano per fare grandi cose, cose miracolose. Avrebbero dovuto tenerselo stretto. Avrebbero dovuto rispettarlo. Ma non l'hanno fatto. L'hanno abbandonato per il bene di qualcosa che chiamavano progresso. E sta a noi riaverlo indietro. Non lo stiamo facendo per noi stessi; lo stiamo facendo per l'umanità.

La Clarke è un'autrice che gioca molto con il tempo narrativo alternando l’uso di pause, sommari, ellissi e dialoghi creando così uno stile che risulta in parte lento e in parte incalzante.
La costante è sicuramente il carattere onirico e magnetico della storia.

È un romanzo denso di significati e dalla grande vastità tematica, il cui messaggio finale è qualcosa di soggettivo che cambia di persona in persona.
Da un lato abbiamo una trama lineare sviluppata sotto forma di un diario, dall’altra una storia sentita, ricca di riferimenti intertestuali, in cui si percepisce il meticoloso lavoro di ricerca compiuto dell’autrice.

Piranesi è un libro che va scoperto pagina dopo pagina in maniera autonoma, un po' a scatola chiuso, come ho fatto io.

È un romanzo che ingrana lentamente ma, per chi ha pazienza, può risultare una lettura unica nel suo genere.