La donna perfetta di Magda Stachula - Recensione

Cari lettori, oggi vi parlo di un thriller autoconclusivo edito Giunti intitolato: “La donna perfetta”, di Magda Stachula.

I protagonisti della vicenda sono Anita e Adam, moglie e marito.
Anita è una donna affascinante, intelligente e divertente, mentre Adam è un uomo avvenente, carismatico e con un buon lavoro alle spalle.
Ai due coniugi non manca nulla, cosa potrebbero mai volere di più?

Un figlio. Ed ecco che l'impossibilità di concepirlo cambierà ogni cosa.
Questo “piccolo particolare” farà sì che Anita e Adam diventino a poco poco due perfetti estranei.

Anita inizierà a trascorrere le sue giornate cercando articoli per bambini online, a spiare i passanti – grazie all'utilizzo di videocamere pubbliche – dal suo pc e a fare il minimo indispensabile per sopravvivere.
Depressa, stanca e completamente ingestibile, Adam non saprà più come comportarsi.

Esasperato dai suoi continui sbalzi d'ira, comincerà a passare sempre meno tempo in casa, nel tentativo di trovare all'esterno di quelle quattro mura, diventate per lui una prigione, un po' di pace.

La guardo, lei solleva la testa, i capelli raccolti in una coda di cavallo dondolano lievemente, ricordandomi per una frazione di secondo i momenti più belli della mia vita. Nei suoi occhi, tuttavia, di quei momenti non c'è più traccia. Non posso rimanere un istante di più. Mi giro ed entro in camera da letto. A volte mia moglie mi fa paura.

Col passare del tempo, quella che era nata come una piccola e riparabile crepa, diventerà una voragine, un abisso impossibile da ricucire.
I due protagonisti condivideranno lo stesso tetto, ma non comunicheranno più.

La situazione, dunque, non farà che peggiorare ulteriormente. Oltre ai classici ormai consolidati litigi, nella casa dei due coniugi inizieranno a succedere cose strane: tra porte lasciate aperte, animali (s)comparsi, trucchi e abiti che si paleseranno misteriosamente nell'armadio e nel beauty di Anita... Che la donna abbia perso completamente il lume della ragione?
O che si celi qualcuno dietro a tutto ciò?

“In bocca al lupo!” dico.
Si alza, fa un cenno del capo. Non ringrazia, forse per scaramanzia.
“Arrivederci” dice, poggiando la mano sulla maniglia della porta, ed esce prima che io le risponda.
Pretende troppo dalla vita. Questo un giorno sarà la sua rovina.

“La donna perfetta” è un romanzo strano. La prima metà, onestamente, non mi ha convinto molto.
Ho trovato i due protagonisti eccessivamente scostanti, incoerenti persino con ciò che avevano appena detto o pensato. Tra tutti i problemi che assillano la coppia, il primo è sicuramente la totale mancanza di dialogo.

È incredibile come, pur essendo marito e moglie – oltre che amanti da tempo – Anita e Adam sembrino non conoscersi affatto.

I capitoli iniziali sono piuttosto ripetitivi, piatti, troppo incentrati esclusivamente sulle lamentele che i due personaggi sbandierano senza sosta al lettore.

Nella seconda metà del romanzo, invece, la storia migliora, diventando più avvincente e indubbiamente più dinamica. Entreranno in gioco altri personaggi, diversi misteri e alcuni tradimenti: ed ecco che il lettore, a questo punto, non potrà far a meno di seguire con passione l'evolversi delle vicende.

Ho apprezzato molto il finale, anche se ammetto di averlo trovato un po' troppo “comodo”.
(Sono certa che chi leggerà questo romanzo, capirà il perchè di tale affermazione).

Onestamente non definirei “La donna perfetta” un thriller, quanto più un suspanse.

Con i suoi quattro POV, i mille sotterfugi e i piani diabolici ideati dai personaggi per distruggere la vita di coloro che ha rovinato la propria, “La donna perfetta” è un titolo che non mi è dispiaciuto del tutto, ma che al contempo non mi sentirei di consigliare in maniera spassionata.

A malincuore ho percepito troppo spesso quella mancanza di fibrillazione e di adrenalina che solitamente accompagna la lettura di questo genere di romanzi.