Love in war di Mariam Belattar - Recensione

Cari lettori, oggi vi parlo del nuovo romanzo della giovane Mariam Belattar: “Love in war” scritto interamente in prima persona.

Scarlett Queen è una ragazza anticonformista che ama andare controcorrente nel tentativo di sconfiggere i preconcetti solitamente imposti dalla società.
All’età di sedici anni ha dunque deciso di iscriversi al corso di addestramento militare e, dopo un lungo periodo di allenamento e di servizio sul campo, ora, provata e totalmente cambiata, è finalmente tornata a casa.

La protagonista adesso è una venticinquenne che vive le sue giornate tra incubi e attacchi di panico.

“La notte era un incubo continuo, quegli istanti mi tormentavano e io mi ritrovavo in mezzo alla terra che sapeva di merda, ai bombardamenti, al sangue…l’unica soluzione era non dormire, così nessuno avrebbe dovuto preoccuparsi di me e io non sarei ritornata al momento in cui la mia vita era finita.”

Scarlett, purtroppo, soffre di stress post traumatico, un disturbo molto diffuso tra i soldati. Spronata dai sui superiori a farsi visitare da uno psicologo, ecco come la protagonista incontra Hank Vough, il terzo dottore nell'arco di sette mesi. Mentre gli altri cercavano di farla parlare riempiendola di domande, quest'ultimo ha qualcosa di diverso: rispetta i suoi silenzi senza forzarla in alcun modo.
Scarlett non vuole parlare e lui non chiede, come se avessero un tacito accordo.

“Quello psicologo era impassibile di fronte al mio silenzio, si limitava a osservarmi. Voleva che parlassi, voleva fottermi il cervello come avevano tentato di fare tutti gli altri. Ma non avrebbero mai avuto la mia mente.”

Le sedute continuano in religioso silenzio finché, una sera, un incontro extra tra Hank e Scarlett non cambia tutto. Finalmente, i due, disinibiti dall'alcool e spronati dall'attrazione reciproca, parlano, e tirano fuori ogni cosa che non hanno avuto il coraggio di dirsi sinora.

“Non sapevo esattamente cos’era quella cosa che mi legava a lei, però non volevo più districarmi da quei fili che mi rendevano un tutt’uno con Scarlett. Sapevo che non era giusto. Lei era la mia paziente, io il suo psicologo. Il mio compito era quello di aprirle la mente, non il cuore. La mia apatia doveva essere il fulcro delle nostre sedute, invece io sentivo tutto ciò che la affliggeva. Il suo contorcersi le mani, innescava in me la voglia di intrecciare le mie dita con le sue.”

Mentre i protagonisti inizieranno ad affrontare il passato di Scarlett, verrà in luce che la giovane non è l'unica ad avere dei segreti.

Cosa nasconde Hank? Insieme riusciranno ad affrontare i demoni che non sembrano voler concedere loro una tregua?

Scrivere questa recensione è stato per me difficilissimo. “Love in war” è un caleidoscopio di emozioni. È passione, amore, tormento e paure. È un intrigo di pagine e un groviglio di sentimenti. È andare al di là dei propri rimpianti, è essere impavidi, avventurosi, e avere il coraggio di mostrarsi fragili quando serve.

Scarlett è un personaggio forte e determinato, la cui crescita avverrà tramite piccoli step.
La protagonista passerà, pagina dopo pagina, dall'essere una macchina da guerra, ad essere una semplice donna.

Hank sarà fondamentale per lei. La aiuterà a rimanere ancorata al presente e lontana da tutti i terribili incubi che la perseguitano.
Insieme saranno complementari e il loro amore sarà così totalizzante da essere quasi palpabile.

“Love in war” non manca di nulla: sofferenza, perdita e rinascita saranno gli elementi chiave del racconto.
Alcuni argomenti, a mio avviso, potevano essere trattati con maggiore accuratezza, ma, come ha scritto l'autrice alla fine del romanzo: “è un libro in cui parlo di amore e di forza, non è un documentario dove spiego come si intraprendono percorsi particolari o come si vivono certi momenti come la guerra.”
E’ proprio con questa nota finale che vi invito a leggerlo, perchè ne vale la pena e perchè sono certa che non ve ne pentirete!